Comunicato stampa Giovedì 17 settembre Bologna
SUL LAZZARETTO AUTOGESTITO
Nessun risultato reale è emerso dal secondo incontro tenutosi il 15 settembre 2009 tra i rappresentati del Lazzaretto Autogestito e l’Assessore Luisa Lazzaroni. Nonostante le disponibilità manifestate dall’Assessore, per ora, l’unico dato certo è che entro il 31 dicembre 2009 l’immobile dovrà essere libero da persone e cose e che fino a quel momento non si ricorrerà ad uno sgombero coatto.
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Ha avuto luogo ieri mattina un incontro tra l’assessore all’Associazionismo, Volontariato e Anziani Luisa Lazzaroni e i rappresentanti del Centro Sociale “Lazzaretto Autogestito”.
L’incontro aveva lo scopo di individuare una soluzione al problema relativo alla sede del centro sociale. L’area che la ospita infatti, rientra nel progetto di riqualificazione urbana della zona Lazzaretto Bertalia, un progetto che prevede la costruzione di un nuovo quartiere della superficie di 45 mila mq.
La struttura dovrà essere demolita dopo l’alienazione prevista entro il 31 dicembre 2009.
A tutt’oggi non è stata individuata nessuna soluzione alternativa che consenta all’esperienza del Lazzaretto di continuare ad esistere.
Il centro sociale rappresenta una delle realtà di aggregazione giovanile più attive in città, ben 103 concerti negli ultimi 11 mesi e tutti interamente auto-gestiti e auto-finanziati, oltre a numerosi laboratori di musica e teatro, proiezioni e mostre.
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Livello 57: “Siamo tutti colpevoli”
All’interno dello spazio autogestito Livello 57 c’è stato un percorso d’avanguardia sulla riduzione del danno dalle sostanze proibite, una visione che ‘solo’ 13 anni fa (1993) divenne un’esperienza riconosciuta e ripresa da istituzioni locali, nazionali e internazionali ;
Quest’esperienza nacque come risposta a quello che ancora da molti viene malamente definito ‘il problema della droga’ e che si riferisce all’uso e abuso di sostanze proibite dalla legge.
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Chi sono gli usurai?
diminuiscono i salari aumentano gli affitti
Anche il comparto industriale di Bologna è investito dalla crisi economica, sono ormai centinaia gli stabilimenti che mettono in cassa integrazione o licenziano.
Oggi diventa sempre più difficile pagare un affitto o il mutuo, mentre diminuiscono le case popolari.
Esistono moderni usurai, che speculano sul problema casa: i palazzinari, i grandi costruttori edili, le banche, le finanziarie e gli imprenditori. Anche a Bologna si specula sugli immobili e sui terreni edificabili a danno dei lavoratori. Esistono inoltre migliaia di appartamenti sfitti (privati e pubblici).
Governo e amministrazioni locali (comunale e regionale) non hanno nessuna intenzione di costruire nuove case popolari, anzi si svende agli speculatori quello che rimane dl patrimonio pubblico.
Perché questa crisi non venga fatta pagare alle fasce popolari, i lavoratori, i precari, i cassaintegrati, hanno bisogno di diritti sociali, e la casa è uno di questi.
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I movimenti di lotta per la casa sono gli unici che in questi anni hanno portato avanti una lotta concreta e significativa nella città di Roma. Anche negli anni del riflusso politico e sociale, sono stati gli unici strumenti di lotta che hanno retto, le uniche organizzazioni che, di fronte al vuoto totale, hanno saputo mantenere ferma la direzione e continuare una battaglia sproporzionata fra le due parti in campo, a volte raggiungendo dei significativi risultati. Con l’elezione di Alemanno però le cose stanno cambiando, sia per la lotta per la casa, sia per l’immagine di Roma. Non che sotto Veltroni le cose andassero meglio, anzi si può dire che l’edificazione selvaggia delle nuove centralità è avvenuta proprio sotto le giunte di centrosinistra. Quel che fa paura è quello che potrà avvenire adesso.
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Dal 9 gennaio e per una intera settimana, moltissime case nel quartiere Portello saranno esposte all’ordine di sgombero. Si tratta di case abitate da precari, disoccupati, singoli, giovani coppie e famiglie con bambini. Dalla difesa di questi sfratti e di quelli che vi saranno in futuro nel resto della città, e dalla costituzione anche nella città di Padova dell’Agenzia Sociale per la Casa (ASC), riparte la mobilitazione perché vengano pensate, immaginate e realizzate politiche abitative concrete.
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Di fronte alla drammatica situazione abitativa di tante famiglie, agli sfratti, al livello altissimo del costo degli affitti e davanti all’avanzare della crisi che costringe alla cassa integrazione migliaia di lavoratori nella nostra città, ci sembrano assurde le dichiarazioni del Comune di Parma nella persona del sindaco Vignali e dell’assessore Zoni nella conferenza stampa del 17 novembre 2008: “a Parma non esiste un vero e proprio disagio abitativo […]”.
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Aumenta il numero di chi non può pagare l’affitto o un mutuo: sono giovani precari, immigrati, pensionati, intere famiglie. Viaggio nella nuova emergenza abitativa di Altreconomia.
Autori: Lorenzo Guadagnucci, Adriano Marzi, Pietro Raitano
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a cura dell’Unione Inquilini e Cooperativa Vivere 2000
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Ieri 19-12-2008 si è concluso il confronto tra Amministrazione Comunale e OOSS, che ha visto l’RdB/CUB bocciare in toto il bilancio, definendolo “il peggiore del mandato Cofferati”. AS.I.A, Associazione Inquilini Assegnatari federata all’RdB/CUB, ha partecipato e condiviso la scelta.
AS.I.A. ritiene insufficienti le risposte del Comune in merito alle richieste sul problema abitativo all’interno della discussione sul bilancio.Siamo di fronte ad una montante sofferenza rispetto alla condizione abitativa, che si manifesta a tutti i livelli: da chi ha acceso un mutuo, a chi deve pagare l’affitto ad un privato fino ad arrivare a chi dalla sofferenza passa all’emergenza vera e propria ed è quindi senza casa o rischia di perderla.
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