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LA CRISI È VOSTRA, LE CASE NO!

6 Gennaio 2009

Dal 9 gennaio e per una intera settimana, moltissime case nel quartiere Portello saranno esposte all’ordine di sgombero. Si tratta di case abitate da precari, disoccupati, singoli, giovani coppie e famiglie con bambini. Dalla difesa di questi sfratti e di quelli che vi saranno in futuro nel resto della città, e dalla costituzione anche nella città di Padova dell’Agenzia Sociale per la Casa (ASC), riparte la mobilitazione perché vengano pensate, immaginate e realizzate politiche abitative concrete.

Fin da subito ci rivolgiamo a chi vorrà amministrare in futuro questa città, invitando tutti coloro che vivono le varie forme della precarietà abitativa, chi è sotto sfratto, chi rischia di non poter onorare il mutuo acceso in tempi migliori, chi è senza casa, a unirsi nella difesa dagli sgomberi e nella richiesta che la prossima Amministrazione comunale si doti di strumenti innovativi, coraggiosi e concreti, che permettano a tutti i cittadini di accendere mutui agevolati per l’acquisto o l’auto-ristrutturazione del patrimonio pubblico e che considerino nuove possibilità di gestione delle politiche abitative.

Venerdì 9 gennaio 2009 – Ore 7.00 via Stratico – Portello – Padova

Quelli trascorsi sono stati decenni di enormi speculazioni nel campo delle politiche abitative. Mentre in città era in corso un grande processo di vendita e di utilizzo privatistico del patrimonio pubblico, con l’Ater impegnata nella sottrazione sistematica di case destinate all’ERP per trarne guadagno nel mercato privato, centinaia di abitazioni rimanevano senza assegnazione, vuote, abbandonate al degrado e migliaia di persone in attesa di entrare in una graduatoria impossibile. Il Movimento di lotta per il diritto alla casa ha risposto a tutto questo, in questi anni, attraverso la pratica delle occupazioni, dell’auto-assegnazione degli alloggi abbandonati, ricostruendo per moltissimi singoli e nuclei familiari la possibilità di un alloggio dignitoso, preservando al contempo il patrimonio pubblico e denunciando le enormi contraddizioni nella gestione delle politiche abitative. Così, oggi, a Padova, le case vengono assegnate ancor prima di essere ristrutturate e moltissime operazioni di sottrazione del patrimonio pubblico sono state smascherate, come in via Citolo da Perugia, o in via Todesco.
Tutto ciò è avvenuto grazie a questo movimento, a queste pratiche che dal basso hanno saputo costantemente incalzare le diverse amministrazioni e l’Ater.

Oltre sessanta occupazioni per centinaia di singoli e nuclei familiari sono state il motore di questo percorso che oggi, in questo momento di crisi epocale, si rivolge alla città di Padova con questo appello. Perché nonostante queste conquiste la gestione delle politiche abitative in città rimane assolutamente priva di ogni orizzonte innovativo, inadeguata davanti alle trasformazioni radicali che hanno segnato la società, disastrosa di fronte alla crisi epocale che stiamo vivendo.

Nel corso dell’ultimo anno il Movimento di lotta per il diritto alla casa aveva aperto una trattativa con il Comune di Padova, per il superamento della situazione delle occupazioni non ancora regolarizzate, ma la Giunta e l’Assessora alla casa, Daniela Ruffini, hanno affossato ogni possibilità di trattativa. Le modalità con cui l’amministrazione ha affrontato questo percorso rispecchiano infatti la visione con la quale sono state gestite le politiche abitative cittadine in generale: l’amministrazione si è rifiutata di coinvolgere l’Ater nella trattativa così come in città non ha mai messo in campo un reale monitoraggio sulle modalità di gestione del patrimonio dell’Ater, ancora poco trasparenti e sulle condizioni in cui vivono gli stessi inquilini delle case pubbliche, spesso lasciate senza manutenzione ed in situazioni di abbandono; lo sgombero del centro di accoglienza di Pontevigodarzere ha poi definitivamente confermato una strada già ampiamente battuta dall’attuale amministrazione. Nel suo palmares la gestione Zanonato-Ruffini può così “vantare” già tre sgomberi. E’ evidente la volontà della Giunta di governare i problemi abitativi come questioni di ordine pubblico e di utilizzare le problematiche reali della città per giocare la campagna elettorale ormai alle porte; le uniche proposte messe in campo nell’ambito della trattativa da parte dell’assessorato non hanno mai dimostrato una concreta intenzione di andare oltre la visione caritatevole e pietistica che caratterizza in generale il suo operato. Non vi è mai stata la possibilità di discutere di iniziative innovative, coraggiose e più adeguate alla realtà del nostro tempo che potessero anche rappresentare importanti indicazioni generali per il futuro.

Il progetto Casa Buona, avviato dalla Giunta Destro e gestito dall’attuale assessora senza discostarsi dal carattere caritatevole che lo contraddistingue, è stata l’unica soluzione prospettata nell’ambito del tavolo di confronto. Ma si tratta di una soluzione transitoria al problema della casa perché prevede contratti di locazione di massimo due anni. Il problema viene quindi solamente spostato nel tempo e non risolto. Non solo: Casa Buona è un progetto che impegna risorse che non vanno ad accrescere l’offerta strutturale del Comune, ma finiscono direttamente nelle tasche di privati che, mettendo a disposizione dell’assessorato case spesso non ristrutturate e fatiscenti, dagli straordinari oneri condominiali, ottengono in cambio sconti sull’ICI. Inoltre, l’applicazione dell’indicatore ISEE come parametro sul quale calcolare il canone dell’alloggio risulta essere ad oggi una iniziativa sperimentale e quindi modificabile in ogni momento. Questo progetto, e questa è la cosa più grave, è l’unica iniziativa messa in campo dall’attuale amministrazione e da quelle precedenti, per far fronte alle situazioni di precarietà abitativa nell’ambito delle politiche abitative cittadine.

E’ tutto questo che abbiamo scelto di rifiutare. E’ a questo modo di gestire le politiche dell’abitare che abbiamo detto no! Abbiamo rifiutato le briciole che ci sono state proposte e che vengono quotidianamente proposte come unica soluzione in tutta la città, perché non è di pietà che abbiamo bisogno, non siamo alla ricerca dello spirito caritatevole di qualche amministratore compassionevole. Chiediamo dignità, lottiamo per ottenerla per noi e per tutti. Chiediamo politiche abitative innovative, coraggiose e adeguate alla realtà dei giorni nostri. Metterle in campo è possibile, accade a soli quaranta Km di distanza da Padova, nella città di Venezia, dove l’amministrazione e l’Ater, insieme all’Agenzia Sociale per la Casa (ASC) si sono accordati per iniziative che guardano ad una realtà sociale cittadina profondamente modificata ed a una composizione sociale nuova: si parla di accesso al credito agevolato con garanzia del Comune stesso, di possibilità di acquisto di case da parte di cooperative sociali, di progetti di auto-recupero degli alloggi che permettono tra le altre cose di preservare il patrimonio pubblico lì dove l’Ater o gli enti gestori, non fossero in grado di intervenire.

La realtà che abbiamo davanti infatti non è fatta semplicemente di situazioni marginali, di “casi sociali”, di disperati senza tetto. Oggi chi ha occupato una casa sfitta e abbandonata, chi è escluso dalla possibilità di accedere ad un alloggio, è nella maggior parte dei casi un semplice precario, uno studente-lavoratore, sono coppie di intermittenti del lavoro a progetto o di famiglie con più redditi ma comunque insufficienti a far breccia nel mercato privato, per non parlare dell’accesso al credito. E’ con questa realtà che le politiche abitative di una città devono fare i conti.

Casa Buona parla invece lo stesso linguaggio retorico di chi distribuisce un pezzo di pane il sabato, o di chi propone la social card come misura anti-crisi: il linguaggio della povertà, della carità e della compassione, mai quello dei diritti.
Queste misure, questo tipo di gestione della politica, in cui il Sovrano è compassionevole e il povero è destinatario dell’elemosina governativa o comunale, servono sostanzialmente ad un obiettivo: che il sovrano rimanga sempre sovrano ed il povero rimanga sempre povero.

Ma noi la vostra crisi non la paghiamo!

Asc – Agenzia Sociale per la Casa – Padova

Fonte: Global Project, 5 gennaio 2009
http://www.globalproject.info/art-18443.html

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