video abitare nella crisi a Bologna
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ore 10.00 mercoledi 9 giugno via Bergamini n.1 Bologna
Ogni giorno assistiamo agli effetti dell’emergenza abitativa, degli sfratti, della mancanza di case popolari. Le amministrazioni non hanno mezzi per dare soluzioni ai lavoratori e a chi subisce questa crisi.
Questo è il risultato di anni di politiche a favore dei grandi proprietari di casa e degli speculatori. Mentre ai lavoratori si fanno pagare gli effetti della crisi, i padroni si assicurano continui guadagni grazie alla rendita e alla totale liberalizzazione del mercato degli alloggi.
Per denunciare questa situazione di emergenza e chi ha un ruolo diretto nella rendita l’ASIA chiama una conferenza stampa mercoledì 9 giugno in via Bergamini 1 alle ore 10:00 .
In questo scantinato ci abita una ragazza con il proprio bambino, e mercoledì sarà il primo accesso dell’ufficiale giudiziario per eseguire lo sfratto. L’impossibilità di sostenere un affitto a Bologna crea una precarietà diffusa, come dover affittare uno spazio non abitabile e non dignitoso.
L’ASIA e gli inquilini resistenti portano avanti il diritto all’abitare contro gli interessi privati degli speculatori.
ASIA-USB
La crisi provoca: disoccupazione, precarietà, emergenza abitativa.
La crisi viene fatta pagare ai lavoratori, mentre banche e speculatori continuano a fare profitti.
La politica assiste muta a tutto questo, o addirittura è complice di questa situazione.
Migliaia sono oggi a Bologna le famiglie che subiscono l’emergenza abitativa schiacciate da affitti e mutui impossibili, e da una cronica mancanza di case popolari. Oggi nella sola Bologna ci sono 3000 sfratti per morosità. Il tanto sbandierato blocco degli sfratti siglato poche settimane fa in realtà non è altro che un’operazione di immagine che al massimo potrà garantire ai proprietari privati degli incassi. E’ per questo che decine di famiglie hanno deciso di requisire le ex-scuole Mazzini, ribattezzate “casa popolare Dodi Maracino”. Oggi si parla tanto di democrazia e legalità. Per noi legalità è il diritto all’istruzione, alla sanità pubblica, alla casa, al lavoro. Vogliono criminalizzare chi resiste, chi cerca di organizzarsi per ottenere diritti, o più semplicemente chi subisce la precarietà sociale.
Lasciare uno stabile vuoto per tre anni è la vera illegalità, requisirlo e darlo alla collettività è un atto per il quartiere e non contro di esso.
Contro la precarietà sociale
Blocco degli sfratti
Più case popolari
Gli inquilini resistenti della Casa popolare Dodi Maracino
Lo sfratto di via calindri
Si è concluso il presidio di ASIA-USB in via Calindri, quartiere san donato. Dalle 7.00 di questa mattina un gruppo di inquilini resistenti ha cercato di bloccare l’ennesimo sfratto. Per eseguire lo sgombero,contro un nucleo famigliare di 4 persone, stati utilizzati decine di agenti tra polizia, carabinieri, mobilie, digos e vigili urbani. Per tutta la mattina l’intera via è stata bloccata.
Dopo tutta la propaganda del cosidetto “blocco degli sfratti” firmato da CGIL-CISL-UIL e dalle associazioni di categoria, siamo al punto di partenza: gli sfratti continuano cosi come la rendita e la speculazione.
Le famiglie, i settori popolari che subiscono la precarietà sociale sono immeditamente investiti dall’emergenza abitativa, e questo dato è destinato ad aumentare nell’attuala fase di crisi economica.
Abbiamo un sistema sociale di welfare al collasso, per stessa ammissione degli addetti che ci lavorano, in queste settimane la CASA POPOLARE DODI MARACINO si è riempita di persone che erano costrette a vivere in macchina, per la loro condizione di disoccupati, cassa-integrati, in mobilità o precari, visto che gli assistenti sociali non gli davano nessuna soluzione praticabile. Abbiamo richiesto che si avvi una trattativa per rendere regolare la CASA POPOLARE DODI MARACINO, cosi come riteniamo necessario avviare un confronto a livello regionale affinche si metta in cantiere un effettivo piano casa per contrastare l’emergenza abitativa e che questa non venga più vissuta come un problema di ordine pubblico.
E’ ormai da diverso tempo che denunciamo che gli assistenti sociali non possono sostenere il problema dell’emergenza abitativa sul nostro territorio, cosa che non rigurda più unicamente il problema abitativo, ma investe le diverse emergenze legate alla precarietà sociale. E’ per questo motivo che i pichetti anti-sfratto andranno avanti cosi come le requisizioni di case sfitte private. Oggi una nuova famiglia vivrà alla Casa Popolare Dodi Maracino, la loro resistenza di questa mattina non è stata inutile.
Associazione Inquilini e Assegnatari (ASIA-USB) Bologna
Le ragioni degli inquilini resistenti
La crisi, la precarietà sociale gli scandali della politica e dei politici sul mattone. Contro i regali alla speculazione e alla rendita. Per soluzioni vere all’emergenza abitativa: blocco degli sfratti, case popolari, auto-recupero
Assemblea Pubblica
Venerdi 21 maggio ore 20.00
Casa Popolare Dodi Maracino via Legnano (Quartiere Borgo Panigale)
protocollo sfratti: più utile ai proprietari che agli inquilini
L’incontro tenutosi oggi in prefettura sul tema sfratti per morosità, che ha visto la partecipazione dell’amministrazione comunale e provinciale, delle associazioni dei proprietari, delle ooss degli inquilini e rispettive confederazioni, di fondazioni bancarie se da un lato è un ulteriore conferma dell’emergenzialità del problema casa sul nostro territorio, dall’altra è una montagna che ha partorito un topolino.
L’AS.I.A.-RdB non ha sottoscritto il protocollo d’intesa promosso dalla Prefettura di Bologna dal momento che non è uno strumento utile agli inquilini morosi poiché istituzionalizza una pratica già in uso, ovvero il tentativo di ridefinire il canone quando non si è più in grado di pagare quello originario, inoltre così come nel rapporto privato rimane un accordo in cui è necessaria la con sensualità delle parti. Per di più si prevede un ulteriore indebitamento da parte dell’inquilino con istituti di credito per un massimo del 30% del canone per 12 mesi, coperto da un fondo di garanzia a cui concorre pesantemente la Regione Emilia Romagna. Questo vuol dire che si garantisce il credito al proprietario e si ripete il meccanismo che vede fondi pubblici finanziare la speculazione immobiliare, meccanismo già ampiamente utilizzato, come nel caso del fondo locazione e che già ha dimostrato la propria inefficacia. In buona sostanza il protocollo serve solo a garantire entrate sicure ai proprietari di case affittate a inquilini morosi. La misura è, sì, anticrisi ma per i proprietari. I fondi pubblici devono essere investiti per il bene comune, che sul tema casa significa valorizzare e incrementare gli alloggi ERP e in generale gli immobili di proprietà pubblica.
Affrontare il problema sfratti vuol dire impedire che migliaia di famiglie rimangano senza casa, e sostenere chi l’ha già persa. E’ necessaria una moratoria degli sfratti e il reperimento di alloggi temporanei in attesa di politiche abitative strutturali che vedano coinvolte amministrazioni locali e regionali.