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la festa è fintia x tutti

10 Settembre 2010 Commenti chiusi

LA FESTA è FINITA…..

PER TUTTI!!!

Il tempo delle salamelle è finito. Dopo la forte contestazione subita dal presidente del senato Schifani e dal segretario della Cisl Bonani alla festa del PD di Torino, che ha ridato voce ad un’opposizione democratica, popolare e di massa, strappandola all’ala più liberista del parlamento italiano che con il caso Fini sembrava essere l’unica alternativa alle attuali politiche del governo, è arrivata l’ora del ministro della pubblica istruzione Gelmini.
Invitata a presenziare alla festa del Pdl di Bologna, che in questi giorni si sta mostrando come un fortino a cielo aperto alla città, la nota ministra che sta portando avanti una politica che vedrà soppressi 250.000 posti di lavoro già nei prossimi giorni e che da 2 anni si è fatta protagonista dell’ultima riforma dell’istruzione, ultimo atto di una distruzione del sistema scolastico e universitario pubblico che continua da almeno 20 anni, si e vista costretta a rinunciare alla presenza a causa della mobilitazione che il movimento è subito stato in grado di mettere in campo.
La fuga di cui si e fatta protagonista la Gelmini e la campagna di criminalizzazione messa in campo da politici e media per ciò che è successo a Torino , sono un segno evidente di come questa maggioranza ma anche l’opposizione non siano più in grado di dare risposte alla crescente richiesta di sicurezza sociale e temono una nuova ondata di forti contestazioni da parte di settori non immediatamente controllabili dai sindacati concertativi e dai defunti partiti della sinistra istituzionale.
Può ripartire un movimento che rivendichi il sapere per tutti/e che coinvolga lavoratori, genitori e studenti, che rimetta al centro gli interessi pubblici a scapito di quelli privati.
Un movimento che deve fare dell’indipendenza il suo punto di forza, rispetto a tutte quelle forze politiche e sindacali che lo vogliono rilegare dentro gli spazi stretti dell’antiberlusconismo e della concertazione.
Un anno fa si saliva sui tetti per protestare oggi si va direttamente da chi è responsabile di questo sfacelo, e questo ci sembra un posso avanti.

Gelmini go home!!!

Bologna Prende Saperi

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gelmini go home

9 Settembre 2010 Commenti chiusi

i compagni e le compagne di Bologna della rete nazionale Red Net, aderiscono alla mobilitazione di questo venerdì 10 settembre, in occasione dell’arrivo a Bologna del ministro Gelmini, invitata alla festa regionale del PDL- Emilia Romagna che si sta svolgendo in questi giorni in città.

Questo evento segna l’inizio di una nuova mobilitazione, determinati  a voler difendere la scuola e i diritti dei lavoratori in essa.

invitiamo chiunque sia disponibile a unirsi alla manifestazione di venerdì. ore 20.30 sulle scalinate del Pincio (vicino alla Stazione)

Bologna Prende Saperi

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3 incontro abitare nella crisi

7 Settembre 2010 Commenti chiusi

Abitare nella Crisi a L’Aquila 18/19 settembre 2010

Il 18 e il 19 settembre si terrà a L’Aquila un nuovo incontro della rete “Abitare nella Crisi”. Il primo giorno, a partire dalle ore 14, sarà dedicato al confronto tra le diverse realtà con tavoli e discussioni tematiche; domenica 19 alle ore 10 si terrà l’assemblea plenaria. La due giorni si svolgerà presso lo spazio sociale “CaseMatte” (ex ospedale psichiatrico di Collemaggio).

La straordinaria determinazione con la quale gli abitanti  aquilani e dei paesi colpiti dal terremoto, pur nel contesto di una situazione per molti versi drammatica, hanno manifestato e si battono per ricostruire e ridare vita alla loro città ed al proprio territorio in contrasto con le scelte del governo Berlusconi e del suo pretoriano Bertolaso, rappresenta per tutti un esempio di come le comunità locali in lotta possano mettere in discussione la  “sovranità” e lo strapotere dei privati e della rendita. Del resto, con gradazioni diverse, ovunque il cemento e la rendita aggrediscono i nostri territori e le nostre vite, trasformando il mercato della casa in una vera e propria giungla di affitti impossibili, di mutui che rappresentano ipoteche sulle nostre vite, di dismissioni, svendite e vere e proprie emergenze.

Il modello delle cosiddette New Town non rappresenta soltanto il dono avvelenato che gli avvoltoi della speculazione portano in regalo ai cittadini dell’ Aquila e dei territori circostanti; nel resto d’Italia, soprattutto nelle grandi città, processi simili hanno già irrimediabilmente compromesso la realtà delle nuove periferie: vecchi e nuovi quartieri consegnati all’isolamento, alla mercificazione, alla desertificazione sociale. L’espulsione dai centri storici o comunque dalla cosiddetta “città consolidata” degli abitanti e dei ceti popolari, non rappresenta soltanto la logica conseguenza di questi processi, ma rappresenta un tassello essenziale nella definizione di un nuovo modello di speculazione e controllo, di precarizzazione selvaggia delle nostre esistenze.

Così come le popolazioni abruzzesi resistono a questa subdola operazione di saccheggio e normalizzazione si battono per difendere città, territori, radici,  anche nel resto d’Italia  a macchia di leopardo prendono corpo nuove iniziative e forme di lotta:  molte situazioni resistono alla prepotenza degli  sfratti, alle cartolarizzazioni, al caro affitti ed alle insolvenze, occupano e si oppongono agli sgomberi, hanno capito che è necessario rompere con le logiche del mercato, sottrarre le nostre vite al loro destino di precarietà ed incertezza, ricostruire forme si solidarietà e socialità “ altre” , spazi di indipendenza.

Anche la repressione contro i rom e i migranti, le polemiche di questi giorni, sono dentro un’idea dell’abitare dove la casa non è un diritto ma una possibilità legata al reddito più o meno “capiente”. E i metri quadri disponibili non sono spazi di vivibilità ma soglie di legalità insuperabili. Queste città così disegnate escludono gran parte dei suoi abitanti e le vetrina in allestimento potrà essere guardata solo da molto lontano.

Anche per queste ragioni, le esperienze che  si sono incontrate nel percorso aperto e composito di  ABITARE NELLA CRISI, hanno voluto declinare l’idea di una lotta per la casa che diviene lotta per il diritto all’abitare, contro il razzismo, la precarietà e la crisi. Immaginano non solo lo sviluppo di un processo di relazione e contaminazione, di  mutuo soccorso fra le lo lotte, ma una nuova stagione di mobilitazione ed iniziativa comune.

In questo cammino possibile la tappa dell’incontro a L’Aquila che proponiamo per il 18 e il 19 Settembre, rappresenta un occasione estremamente preziosa per proseguire ed allargare il confronto avviato, per allargare gli spazi di conflitto ed iniziativa dal basso su questi terreni, per costruire a più voci e a più mani sia il convegno immaginato per Ottobre a Roma che una forte ed incisiva mobilitazione nazionale.

Ps: Nonostante le difficoltà di questi giorni dovute alle continue scosse, gli/le aquilan@ si stanno organizzando per ospitarci: per pernottare basta portare un sacco a pelo e se qualcun@ può anche una tenda!

per info:

Enrico 338.4574753

Giulia 339.8637771

Irene 349.4663558

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riunione bologna prende casa

3 Settembre 2010 Commenti chiusi
martedi 7 settembre riunione Bologna Prende Casa
ore 18.30 via serra 2/g

odg:

-ripresa attività
-problematica disoccupati e precari
-giornale e sito

bologna prende casa

questa casa non la mollerò (Ricky Gianco)

3 Agosto 2010 Commenti chiusi

2 agosto chi difende la democrazia?

1 Agosto 2010 Commenti chiusi

Il 2 agosto è una giornata di lutto per Bologna, nel 1980 un attentato terroristico di matrice fascista coperto da settori politici dello stato italiano colpi e straziò la città di Bologna.
Quella bomba chiudeva una stagione politica, contraddistinta da forti movimenti sociali e politici che conquistarono nuovi diritti e garanzie per le fasce popolari, che venne ostacolata dalle stragi fasciste e da migliaia di arresti di compagni e compagne.

Oggi è importante ricordare e chiedere che venga fatta luce sui veri mandanti della strage di Bologna, una strage che colpiva la popolazione e la stessa democrazia.

Oggi molti anni sono passati e come spesso succede il ricordo ha preso il posto della ricorrenza rituale, nulla è stato ancora fatto rispetto alla verità su quei tragici fatti, molti governi di varia matrice si sono susseguiti ma il medesimo muro di gomma è stato eretto.

Bologna veniva colpita in quanto città democratica e civile, oggi la città si è profondamente modificata. Non esiste più quel modello economica su cui si reggeva e neppure quella classe politica. Oggi di fronte alla crisi l’unica soluzione che si paventa è la criminalizzazione della precarietà sociale diffusa. Quella diversità rispetto alle amministrazioni democristiane, mafiose e consociative oggi non esiste più.

In questi ultimi mesi la crisi ha investito prepotentemente il settore industriale e i servizi creando una nuova schiera di precari e disoccupati che hanno ingrossato il numero di inquilini in emergenza abitativa. Si sono susseguite lotte, promosse dai movimenti per il diritto all’abitare, e proposte per un nuovo piano casa fondato sugli interessi popolari contrapposto agli interessi degli speculatori e della rendita. Tuttavia la politica e l’amministrazione, giocando di sponda con le scelte del governo centrale, non hanno fatto nulla, anzi hanno istigato una guerra tra poveri lacerando ancor di più il tessuto sociale.

Difendere oggi la democrazia sul nostro territorio vuol dire difendere i diritti sociali e civili, vuol dire rendersi conto che senza giustizia sociale non c’è legalità. La nostra nuova democrazia è partecipazione è solidarietà è uguaglianza.

PER I DIRITTI SOCIALI E CIVILI

PER IL DIRITTO ALL’ABITARE DI TUTTI E TUTTE

BOLOGNA PRENDE CASA

nuova tendopoli a bologna

27 Luglio 2010 Commenti chiusi

LIBERI DALLA PAURA, CONTRO OGNI REVISIONISMO

27 Luglio 2010 Commenti chiusi

Sono passati trent’anni dalla strage neofascista del 2 agosto 1980. La bomba che esplose nella sala d’aspetto della Stazione di Bologna costò la vita a 85 persone. Da allora si sono susseguiti depistaggi e menzogne di Stato, volte a coprire e proteggere i mandanti della strage, così come è avvenuto e avviene per tutte le quattordici stragi che hanno insanguinato il paese negli ultimi decenni. Ancora oggi non abbiamo verità e giustizia.
Quest’anno che la pista palestinese ha mostrato tutta la sua illogicità storica, che si è dissipato il polverone intorno a immaginate o presunte presenze a Bologna di questo o quel bombarolo famoso, i professionisti del depistaggio mediatico hanno cercato vanamente di imbastire l’ennesima «pista internazionale» con ipotetiche «rivelazioni» della Commissione Mitrokhin e carte provenienti dall’altro versante della cortina di ferro.

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la vita alla casa popolare Dodi Maracino

26 Luglio 2010 Commenti chiusi

Lo sgombero di via legnano

21 Luglio 2010 Commenti chiusi

Bologna, 21 luglio 2010 Comunicato stampa

Stamattina alle ore 10.30 è stata sgomberata la casa popolare Dodi Maracino in via Legnano 2 a Borgo Panigale, occupata il 25 aprile scorso da famiglie in emergenza abitativa.
Lo sgombero, annunciato da un’ordinanza sindacale di alcuni giorni fa, perpetua il miope atteggiamento dell’amministrazione verso il problema casa ormai dilagante sul nostro territorio, illudendosi che si possa risolvere trattandolo come un problema di ordine pubblico.
Per fare chiarezza, dobbiamo smentire alcune delle dichiarazioni rilasciate dal Commissario Cancellieri: non è vero che all’interno della struttura non ci sia l’acqua; ricordiamo che l’energia elettrica è stata sospesa dal Comune, che non ha concesso agli occupanti di fare un allaccio e di pagare ciò che avevano consumato; che i bambini purtroppo sono molti più di 8; che il vero rischio per l’incolumità delle persone è dormire per strada; che non ci sono stati problemi di convivenza con il quartiere; e per finire, che l’intervento dei servizi sociali si è limitato a ricordare alle famiglie immigrate che non possono rimanere sul territorio nazionale se non hanno un lavoro! La tanto sbandierata legalità si traduce nei fatti nella difesa degli interessi di chi specula su un bene fondamentale quale è la casa. Una legalità che non è fondata sull’uguaglianza e sulle garanzie sociali è un crimine.

Sono migliaia le famiglie a Bologna che non sono più in grado di permettersi un affitto sul mercato privato e che vengono lasciate senza alcuna soluzione a seguito della sfratto per morosità. Solo per pochi ci sarà una casa popolare, a causa della scarsa disponibilità di alloggi. Ad oggi le case ERP che devono essere ristrutturate sono poco più di 600. La loro messa a disposizione è un atto dovuto, ma sicuramente non sarà in grado di coprire le oltre 8000 domande presenti in graduatoria e continuamente in crescita. L’emergenza abitativa è uno degli effetti di questa crisi economica che stiamo vivendo e che non accenna ad allentare la morsa. Ad aggravare questo quadro si aggiungeranno presto le conseguenze dell’ultima manovra economica varata dal governo che vedranno di nuovo colpite le fasce popolari e le politiche di welfare, fra cui i già insufficienti finanziamenti per il sostegno all’abitare. Ad esempio è ormai di dominio pubblico il fatto che l’anno prossimo non ci sarà alcun bando per il “contributo affitti”. E’ evidente quindi che lo sforzo di tutte le amministrazioni deve andare oltre all’ordinario. Deve percorrere soluzioni efficaci e non propagandistiche dichiarazioni su inesistenti “blocchi degli sfratti”, come il recente accordo prefettizio. Torniamo quindi con forza a sostenere la necessità e la fattibilità da parte di questa amministrazione di allestire alloggi temporanei per chi perde casa, da reperire nel patrimonio pubblico non ERP. Questa misura consentirebbe di gestire l’emergenza nella tutela delle famiglie in difficoltà. La presenza di alcuni di questi edifici è già stata evidenziata dalle precedenti occupazioni portate avanti dal movimento di lotta per la casa, edifici sgomberati con pretesti diversi e ad oggi lasciati chiusi. Ci domandiamo a beneficio di chi.
La mobilitazione per il diritto alla casa continuerà quindi perché nessuno deve essere lasciato senza un tetto. Le famiglie sgomberate si trovano ora davanti alla Casa Popolare Dodi Maracino, determinate a rimanervi, perché non è stata messa a loro disposizione alcuna alternativa, e continueranno la mobilitazione perché l’emergenza abitativa non va in vacanza.

ASIA-USB

Bologna Prende Casa