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Lo sgombero di via legnano

21 Luglio 2010

Bologna, 21 luglio 2010 Comunicato stampa

Stamattina alle ore 10.30 è stata sgomberata la casa popolare Dodi Maracino in via Legnano 2 a Borgo Panigale, occupata il 25 aprile scorso da famiglie in emergenza abitativa.
Lo sgombero, annunciato da un’ordinanza sindacale di alcuni giorni fa, perpetua il miope atteggiamento dell’amministrazione verso il problema casa ormai dilagante sul nostro territorio, illudendosi che si possa risolvere trattandolo come un problema di ordine pubblico.
Per fare chiarezza, dobbiamo smentire alcune delle dichiarazioni rilasciate dal Commissario Cancellieri: non è vero che all’interno della struttura non ci sia l’acqua; ricordiamo che l’energia elettrica è stata sospesa dal Comune, che non ha concesso agli occupanti di fare un allaccio e di pagare ciò che avevano consumato; che i bambini purtroppo sono molti più di 8; che il vero rischio per l’incolumità delle persone è dormire per strada; che non ci sono stati problemi di convivenza con il quartiere; e per finire, che l’intervento dei servizi sociali si è limitato a ricordare alle famiglie immigrate che non possono rimanere sul territorio nazionale se non hanno un lavoro! La tanto sbandierata legalità si traduce nei fatti nella difesa degli interessi di chi specula su un bene fondamentale quale è la casa. Una legalità che non è fondata sull’uguaglianza e sulle garanzie sociali è un crimine.

Sono migliaia le famiglie a Bologna che non sono più in grado di permettersi un affitto sul mercato privato e che vengono lasciate senza alcuna soluzione a seguito della sfratto per morosità. Solo per pochi ci sarà una casa popolare, a causa della scarsa disponibilità di alloggi. Ad oggi le case ERP che devono essere ristrutturate sono poco più di 600. La loro messa a disposizione è un atto dovuto, ma sicuramente non sarà in grado di coprire le oltre 8000 domande presenti in graduatoria e continuamente in crescita. L’emergenza abitativa è uno degli effetti di questa crisi economica che stiamo vivendo e che non accenna ad allentare la morsa. Ad aggravare questo quadro si aggiungeranno presto le conseguenze dell’ultima manovra economica varata dal governo che vedranno di nuovo colpite le fasce popolari e le politiche di welfare, fra cui i già insufficienti finanziamenti per il sostegno all’abitare. Ad esempio è ormai di dominio pubblico il fatto che l’anno prossimo non ci sarà alcun bando per il “contributo affitti”. E’ evidente quindi che lo sforzo di tutte le amministrazioni deve andare oltre all’ordinario. Deve percorrere soluzioni efficaci e non propagandistiche dichiarazioni su inesistenti “blocchi degli sfratti”, come il recente accordo prefettizio. Torniamo quindi con forza a sostenere la necessità e la fattibilità da parte di questa amministrazione di allestire alloggi temporanei per chi perde casa, da reperire nel patrimonio pubblico non ERP. Questa misura consentirebbe di gestire l’emergenza nella tutela delle famiglie in difficoltà. La presenza di alcuni di questi edifici è già stata evidenziata dalle precedenti occupazioni portate avanti dal movimento di lotta per la casa, edifici sgomberati con pretesti diversi e ad oggi lasciati chiusi. Ci domandiamo a beneficio di chi.
La mobilitazione per il diritto alla casa continuerà quindi perché nessuno deve essere lasciato senza un tetto. Le famiglie sgomberate si trovano ora davanti alla Casa Popolare Dodi Maracino, determinate a rimanervi, perché non è stata messa a loro disposizione alcuna alternativa, e continueranno la mobilitazione perché l’emergenza abitativa non va in vacanza.

ASIA-USB

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