Casa e bilancio del Comune di Bologna: l’eterno scaricabarile tra stato-regione-comune, e a pagare sono sempre gli inquilini…
Ieri 19-12-2008 si è concluso il confronto tra Amministrazione Comunale e OOSS, che ha visto l’RdB/CUB bocciare in toto il bilancio, definendolo “il peggiore del mandato Cofferati”. AS.I.A, Associazione Inquilini Assegnatari federata all’RdB/CUB, ha partecipato e condiviso la scelta.
AS.I.A. ritiene insufficienti le risposte del Comune in merito alle richieste sul problema abitativo all’interno della discussione sul bilancio.Siamo di fronte ad una montante sofferenza rispetto alla condizione abitativa, che si manifesta a tutti i livelli: da chi ha acceso un mutuo, a chi deve pagare l’affitto ad un privato fino ad arrivare a chi dalla sofferenza passa all’emergenza vera e propria ed è quindi senza casa o rischia di perderla.
C’è un aumento vertiginoso di richieste di case popolari di contributo per l’affitto e di intervento dell’assistenza sociale, sommersa dalle richieste di aiuto per la casa. Il Comune trova soluzioni non solo parziali ma anche controproducenti, di fatto ancora una volta depotenziando l’edilizia pubblica e il diritto alla casa rispetto agli interessi della rendita privata.
Le politiche del Comune di Bologna sono ovviamente condizionate dalla scelte e dal bilancio regionale. In tutta l’Emilia Romagna sono pervenute 52.000 richieste di contributo per l’affitto, che aumentano di più di 4000 unità all’anno, e circa 30.000 richieste di accesso ad un alloggio di edilizia popolare.
Sia Comune che Regione imputano questa situazione al Piano Casa emanato dal Governo con la legge 133, che di fatto blocca i fondi destinati alla ristrutturazione, circa 2000 alloggi in Emilia Romagna. Sicuramente la legge 133 è un passo ulteriore verso lo smantellamento dell’edilizia pubblica, ma si inserisce in un percorso che è già in atto da anni. I numeri che abbiamo di fronte sono il risultato di almeno dieci anni di attacchi al
diritto alla casa, in cui l’amministrazione comunale di Bologna e della regione Emilia Romagna sono stati agenti attivi, legiferando e investendo in politiche sempre meno rivolte al pubblico.
Il teatrino dello scaricabarile delle responsabilità tra Stato-Regione-Comune è evidente se si analizzano le scelte politiche bipartisan. Da una parte le amministrazioni locali criticano fortemente le scelte del governo centrale, lo stesso presidente della Regione Emilia Romagna Errani chiede impegni per le politiche abitative direttamente al governo Berlusconi, dall’altra si prevede di cominciare ad applicare la 133. E si discute proprio di applicarla nei suoi aspetti più discriminatori, che vanno ad alimentare una guerra tra poveri, come nel caso del problema abitativo dei migranti. E’ paradossale che si discuta di
requisiti sempre più restrittivi di accesso all’ERP, quando le case non ci sono e non c’è la volontà politica di ampliare il patrimonio pubblico.
Come AS.I.A. riteniamo che oggi sia necessario un sostanziale cambio di passo nel ruolo pubblico, è imprescindibile un finanziamento regionale permanente indipendente dalle risorse governative e destinato alle politiche abitative, recuperando l’edilizia sovvenzionata rispetto all’agevolata.
Gli inquilini non vogliono pagare questo teatrino politico, è ora di rimettere al centro il diritto alla casa a tutti i livelli dal governo agli enti locali.
Per ASIA-RdB/CUB
Lidia Triossi
20 dicembre 2008