Presidio antisfratto. Ottenuto il rinvio, ora servono soluzioni
Si è concluso con un rinvio lo sfratto previsto per questa mattina in via Vasco de Gama. La famiglia, chiusa dentro l’appartamento e sostenuta da un numeroso e partecipato presidio, composto da attivisti del movimento di lotta per la casa e dall’Assemblea Insolvente, ha ottenuto la possibilità di avere tempo fino al 10 gennaio.
Ma il problema rimane e diventa sempre più pesante: non vengono proposte soluzioni nemmeno temporanee per questi inquilini, che col nuovo anno si troveranno nella medesima situazione. Una famiglia in cui entrambi i coniugi lavorano, il marito part-time e la moglie a chiamata, non ha la possibilità di sostenere un affitto sul mercato privato. La conseguenza è che a gennaio si ritroveranno letteralmente in mezzo alla strada.
La stessa situazione riguarda migliaia di nuclei famigliari che vivono la precarietà abitativa tutti i giorni.
Sempre più persone non accettano che l’emergenza abitativa venga trattata come problema di ordine pubblico ed esigono risposte concrete da parte delle amministrazioni: l’unico strumento adottato fin ora è il protocollo di sostegno agli inquilini sotto sfratto, che si è rivelato, al pari dei quello dell’anno scorso, totalmente inefficace, riuscendo a risolvere neanche una decina di casi a fronte di oltre 3000 sfratti all’anno.
Rimettere al centro l’edilizia pubblica è l’unica garanzia oggi per i lavoratori e chi il lavoro non ce l’ha, ricordando che gli sfratti sono la “punta dell’iceberg” rispetto al problema del caroaffitti e dell’assenza di case popolari.
Edilizia pubblica che si può ottenere anche utilizzando lo strumento della requisizione di stabili sfitti di proprietà privata di fronte all’emergenza sociale, strumento applicato già a Roma e previsto dalla legge, e su cui l’assessore alla casa Malagoli non ha mai voluto prendere una posizione, forse perchè andrebbe contro gli interessi dei grandi proprietari e della rendita.
ASIA-USB
Bologna Prende Casa