Comunicato stampa 18 marzo 2010 Bologna
In merito alle dichiarazioni del presidente di ACER Sig.Rizzo sulla nostra attività e giudizio politico della fase ci pare alquanto maldestro il tentativo di screditare la nostra organizzazione sindacale, al congresso di un’altra organizzazione sindacale. Il presidente di ACER non ha mai parlato con nessun nostro dirigente in merito alla crisi politica che attraversa Bologna. Il tentativo di fare dichiarazioni ad effetto assume il carattere della chiacchiera da bar.
Detto ciò sarebbe più utile per ACER interessarsi più a fondo del proprio patrimonio e di come sbloccare una situazione d’emergenza ormai divenuta drammatica rispetto alla richiesta di case popolari.
La definizione di occupazione come atto violento è una banalità che si sente ripetere ogni qual volta le fasce popolari provano a conquistare garanzie: sono violenti gli operai che occupano le aziende o organizzano picchetti per gli scioperi, sono violenti i lavoratori e gli inquilini che salgono sui tetti, che occupano le case sfitte o organizzano manifestazioni e blocchi del traffico. Cosi come erano violenti i lavoratori che nei decenni passati hanno conquistato diritti lottando e strappando garanzie contro gli interessi padronali. Consigliamo a tutti di rileggere le memorie di chi anche a Bologna ha fatto nascere il movimento di lotta per la casa come la dirigente sindacale e successivamente rappresentante politica in consiglio comunale Fernanda Tagliavini, attiva nell’immediato dopo guerra.
Il risvolto pericoloso di simili affermazioni porta a stigmatizzare pratiche volte alla tutela degli interessi economici, sociali e civili popolari e a giustificare l’aggressione padronale, della rendita e della speculazione, attraverso licenziamenti, sgomberi, sfratti e l’attacco contro i diritti sindacali e civili. E’ facile schierarsi dalla parte del più forte, più difficile è organizzare e conquistare diritti perché una nazione che si definisce democratica possa essere considerata tale.
La storia del movimento sindacale e dei diritti civili insegna che la condivisione di una vittoria e di una soluzione anche parziale è un passo avanti per l’intero movimento. La vittoria di uno è la vittoria di tutti, quando gli obiettivi e il percorso sono condivisi e collettivi.
L’attività che l’AS.I.A. e il movimento di lotta per la casa, non solo a Bologna, portano avanti si basa sulla solidarietà, la lotta e l’unità, non per pietismo o peloso moralismo, ma per una reale condivisione di interessi.
Prendiamo invece atto delle dichiarazioni rilasciate nella relazione del segretario del Sunia che riconoscono la fase emergenziale e confermano, come la nostra organizzazione denuncia da tempo, che non può più essere sottovalutato il problema abitativo a Bologna e che servono misure eccezionali.
L’attuale situazione emergenziale sul piano abitativo, provocata dalla crisi economica e dalle logiche speculative, vede anche responsabilità di tutti i livelli amministrativi, locale, regionale e nazionale. Le rivendicazioni e mobilitazioni di AS.I.A. e dei movimenti di lotta per la casa continueranno a contrastare la rendita e la speculazione indipendentemente dal colore della forza politica da cui scelgono di farsi rappresentare. “Perché le chiacchiere stanno a zero….”
Per ASIA-RdB
Lidia Triossi
In allegato le dichiarazioni del predidente ACER Sig Rizzo
Rizzo presidente ACER al congresso Sunia di Bologna
Agenzia stampa
RIZZO ATTACCA AL CONGRESSO DEL SUNIA: CON ASIA HANNO SBAGLIATO
(DIRE) Bologna, 17 mar. – Sul tema della casa “non si puo’ dare risposta a chi alza la voce e usa la violenza”, quindi “il commissario e il prefetto hanno sbagliato”. Lo dice chiaro e tondo Enrico Rizzo, presidente di Acer Bologna, ripescando la vicenda delle recenti occupazioni sostenute dal sindacato di base Asia-Rdb. Rizzo, intervenendo in casa Cgil al congresso provinciale del Sunia, racconta che di recente un esponente di Asia gli ha detto che “con il commissario va meglio” che con la normale amministrazione, citando appunto i rapporti con il prefetto Angelo Tranfaglia e il commissario Anna Maria Cancellieri: al termine dell’incontro con commissario e prefetto dopo l’occupazione di via del Vivaio, Asia annuncio’ che Cancellieri aveva esplicitato la decisione di prorogare l’ospitalita’ di due famiglie nella struttura di via del Pallone.
All’esponente di Asia “ho risposto che commissario e prefetto hanno sbagliato- continua Rizzo- perche’ cosi’ si risolve oggi il tuo problema e non quello di tanti”. E’ un “problema di legalita’ molto serio”, aggiunge Rizzo, presidente “eletto con Cofferati e ne sono fiero”. E prosegue: “Se si comincia, per tenerseli buoni, a dare risposte a quelli che occupano, mi chiedo a cosa serva la democrazia”. Il rischio e’ di cavarsela “con una rottura di scatole in meno per il prefetto” e basta. A sollecitare Rizzo e’ stato un passaggio della relazione del segretario del Sunia, Mauro Colombarini. “Forse dovremmo metterci anche noi a occupare case per segnalare una situazione cosi’ grave come non conoscevamo da 20 anni”, dichiara. “Non e’ nel nostro dna condurre azioni che possono contribuire ad accentuare divisioni e contrapposizioni, ce ne sono gia’ abbastanza anche create ad arte- continua il segretario Sunia- ma nemmeno possiamo restare passivi davanti a effetti quotidiani dell’emergenza abitativa”.- Di casa, manda a dire Colombarini, si parla poco: “Ancora a pochi giorni dalle elezioni regionali non mi sembra abbia un gran rilievo nel dibattito politico”. Con 3.000 sfratti sul territorio, quasi tutti per morosita’, “se si assume come parametro il rapporto tra reddito familiare e canone d’affitto- spiega Colombarini- si puo’ stimare che nella provincia di Bologna siano ‘a rischio’ almeno 20.000 famiglie”.
Con questa situazione “non puo’ esistere in assoluto che ci siano delle case popolari vuote e della gente in mezzo alla strada”. Per quanto riguarda il capoluogo, e’ meglio “tornare quanto prima alla piena funzionalita’ amministrativa- sottolinea Colombarini- penso pero’ che il commissario, se lo vorra’, sull’emergenza abitativa non debba partire da zero ma possa contare su elaborazioni e procedure gia’ sperimentate, e sulla collaborazione delle organizzazioni degli inquilini”. Mauro Alboresi, della segreteria Cgil, aggiunge che se i limiti principali sono quelli dell’azione del Governo anche l’intervento degli enti locali “e’ importante ma insufficiente, molto e’ stato fatto ma molto resta da fare”. Quella abitativa si prefigura come “una vera e propria crisi di tenuta della stessa coesione sociale” del territorio, aggiunge Alboresi. Quindi “chiediamo alle istituzioni di rispondere in maniera adeguata e di rilanciare il ruolo pubblico- conclude Alboresi- non ricominciando a costruire a prescindere ma anzi partendo dal recupero e la riqualificazione del patrimonio pubblico esistente”. Al convegno prende parte anche Virginio Merola, ex assessore alla Casa di Sergio Cofferati e oggi presidente del Consiglio provinciale: “Sindacati come il Sunia che stanno sul territorio- sottolinea- dovrebbero essere ascoltati di piu’ non solo dalla politica ma anche dalle confederazioni sindacali”.