Giù le mani dal Lazzaretto
14 novembre, Bologna
Si sono interrotte in malo modo le relazioni tra l’assessore Luisa Lazzaroni e i rappresentanti del Lazzaretto Autogestito volte a trovare una nuova sistemazione alla sede dell’associazione che gestisce il centro sociale. Il lazzaretto ritiene che dopo tre anni di trattative, durante i
quali erano stati perfettamente chiariti i margini di mediazione, quanto proposto dalla Lazzaroni sia prima di tutto profondamente offensivo
dell’amore, della passione e dell’impegno sociale profuso dalla centinaia di persone che in questi 13 anni hanno operato all’interno dello spazio.
L’assessore, incurante dei bisogni di una realtà che al suo interno ospita uno studio di registrazione, tre sale prove musicali, un magazzino-laboratorio di scenografia, una sala danza, un piccolo auditorium di circa 90 m.q., oltre a due magazzini per attrezzature audio, il tutto sempre gratuitamente a disposizione di chiunque svolga attività culturale, sociale e politica, ci ha proposto come unica possibilità un piccolo spazio inferiore ai 120 m.q. in via San Carlo oppure uno spazio nell’estrema periferia bolognese (costosamente ristrutturato con obiettivi diversi) che, oltre ad essere inadeguato non è raggiungibile con i trasporti pubblici e
sarebbe equivalso alla morte delle attività di uno dei centri sociali più attivi in città.
Le numerose alternative proposte dal Lazzaretto, tutto a costo zero per il comune, non sono state prese in considerazione con le più svariate
giustificazioni. Le alternative, basate sulla massima ragionevolezza, richiedono per la loro realizzazione soltanto un minimo di volontà
politica. Quella che stiamo subendo è l’ennesima ingiustizia che chi opera fuori dalla logiche del profitto è costretto a subire e alla quale non abbiamo
nessuna intenzione di sottostare. Se grazie all’atteggiamento della Lazzaroni, dopo 13 anni di attività, 4 di convenzione e tre di pazienti
trattative, il Lazzaretto deve diventare un caso di ordine pubblico siamo dispostissimi a farlo. Siamo già attrezzati per resistere allo sgombero
con ogni mezzo necessario.
Dal 26 novembre partirà una programmazione ininterrotta e quotidiana per aspettare la polizia alla nostra maniera, allora ognuno dovrà assumersi le
proprie responsabilità. Durante questi tre anni di trattative, specialmente in questa ultima fase abbiamo verificato quanto denaro pubblico venga inutilmente sprecato e quanti beni di proprietà pubblica vengano lasciati marcire e crollare solo per scarsa capacità e lungimiranza amministrativa.
Siamo disposti a riaprire le trattative in qualsiasi momento, ma non siamo disposti ad accettare atteggiamenti e proposte che sminuiscano la nostra
esperienza e il nostro ruolo all’interno di questa città.
Lazzaretto Autogestito